ULISSE SARTINI

ANTOLOGIA CRITICA

Pedro Fiori | 1986 | Scrittore

Ulisse Sartini (nato nel 1943) è una vera rivelazione nell’arte italiana di questi ultimi anni.
Uno degli artisti più importanti fra quelli della sua generazione in quest’odierno ritorno (e fiorimento) ai valori della pittura-pittura.
Posso affermare che siamo davanti al “caso Sartini”.
Ho seguito la sua ricerca espressiva, fin dall’inizio con attenzione.
Non mi sbagliavo.
Il tempo mi ha dato ragione.
Eravamo in presenza di un autentico valore, di un giovane maestro con un suo posto all’interno dell’attuale rinascita della ritrattistica internazionale.
Intuitivo, personalità emotiva e umana fino al dolore, talento pittorico, Sartini ha studiato, approfondito, scavato nella mirabile lezione dei grandi maestri del Rinascimento, assimilandone la notevole tecnica e il mistero della loro pittura.
I suoi primi autoritratti dall’adolescenza (quello in cui appare vestito d’arlecchino, del 1959, e quello “caravaggesco”, del 1963, sorprendente per la sua maturità (aveva soltanto 20 anni) erano già una dimensione epifanica della sua sensibilità e del suo métier, un’anticipazione di ciò che sarebbe stato il suo stile e la sua originalità.
Nei servizi di alcuni noti settimanali Sartini veniva messo accanto ad Annigoni e a Sciltian.
Ma bisogna chiarire che l’immagine sartiniana si stacca dal “leonardismo” annigoniano (con o senza le “affinità elettive”, direbbe Goethe, con Leonardo Annigoni rimane un indiscutibile maestro del ritratto nel panorama) e dalla “glacialità” di Sciltian.
L’identità-fisinomia della visione di Sartini è una simbiosi nutrita dalla struttura del disegno e dalla magia del colore.
Le nervature della linea si fondono infatti in lui con la morbidezza cromatica (l’olio) fino a rivelarci le vibrazioni e la bellezza di una realtà poetica.
Ne nasce una immagine che trasforma in musica le forme e le espande in luminosi voli nello spazio.
Un ritratto è sempre, per un artista, un atto d’amore, di esplorazione emotiva, un calarsi nell’intimo del personaggio fino a svelare, si potrebbe dire, l’anima stessa del soggetto.
E’ appunto uno “specchio rivelante” del personaggio sul quale si riflette la sua personalità esistenziale con tutte quelle forze, consce e inconsce, che ogni essere umano si porta dentro: l’universo: l’universo dei sentimenti senza il quale la vita non ha nessun senso.
Come un poeta (un voyant per Rimbaud) che crea le sue visioni Sartini crea le sue immagini.
Lo possiamo vedere in questa serie di ritratti e autoritratti(1979-1986).
Quando guardiamo i suoi dipinti assistiamo ad un tratto al mistero di una rivelazione: i personaggi prendono vita, palpitano con una propria dimensione e con una propria poesia che esaltano le sembianze e l’espressione.
Come se la mano di questo sensibilissimo artista fosse guida-corpo si sublima nella coralità espressiva del volto, nel senso misterioso dello sguardo, nell’insonsabile enigma degli occhi, delle labbra, delle mani.
Tutto l’alfabeto dei sentimenti, insomma, che racchiude il personaggio (dalla donna all’uomo, ai bambini, alla madre con il figlio) viene sviscerato e rivelato da Sartini con una simbolica suggestione fino a identificarlo con il soggetto stesso.
Gli abiti, le cose, gli interni e il personaggio (l’orfico fascino sartiniano, che si sprigiona da essi, merita un discorso a parte) avvolgendo l’indentità dei suoi essere come una favola del cuore.
Sartini situa i suoi ritratti e autoritratti in un ambito in bilico fra realtà e sogno, fra qualcosa che vediamo e qualcosa che immaginiamo.
E’ come una improvvisa intuizione che penetra nella nostra sensibilità attraverso le sensazioni e non possiamo definire ma sentiamo palpitare nel profondo (negli autoritratti, dove Sartini personalizza la sua emotività, il suo volto si veste di nostalgia, sogni, mistero).
E’ appunto questo primigenio mondo della poesia ciò che illumina e i suoi personaggi.
Nel fondo Sartini è un poeta del ritratto e le sue immagini sono il racconto di quell’ineluttabile rituale dei sentimenti che ognuno di noi vive per dare un senso all’esistenza.

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