Della bellezza Ulisse Sartini è un cercatore innamorato. Per lui la pittura non è solo arte, è orizzonte, è vita. […] Monna Lisa, San Giovanni Battista, l’Annunciata, la Belle Ferronière…rinascono non come copie impossibili dell’originale, ma come ritratti dal vero e opere sacre, che nel senso plastico delle forme, nelle atmosfere, nei tagli di luce, nei gesti delle mani, nei particolari dei panneggi, trovano in Leonardo una sorgente viva e inesauribile per un nuovo percorso creativo. Un dialogo alimentato dal forte interesse per l’umano (il corpo per Leonardo è “modello del mondo”): dallo studio dell’anatomia ai moti dell’animo. Un dialogo sostenuto dalla maestria assoluta della tecnica pittorica: la paziente, e quasi infinita, sovrapposizione di velature, il sapiente uso dello sfumato, nel gioco di luci e di ombre. Un dialogo che nella bellezza ha il principio e la fine. […] Il Trittico dell’Incarnazione– che si ispira all’Annunciazione, allo Studio di feto e all’Adorazione dei Magi – è un inno alla vita, alla piena consapevolezza che non c’è terra senza cielo: l’artista sottolinea questo rapporto, mettendo in dialogo, anche a livello cromatico, la parte inferiore e la parte superiore dell’opera. Un trittico per dare forma e colore al mistero più grande: Dio che viene fragile e innocente come il bimbo in grembo, Dio che per essere generato chiede il si di Maria. Concludiamo con il suo autoritratto: l’omaggio al Musico. L’opera nasce dalla piena consapevolezza del rapporto intimo e vitale tra l’armonia che sgorga dalle note e l’armonia generata dai colori, tra le figure musicali e le forme pittoriche. Le bellissime mani offrono a chi guarda un ritratto del genio di Vinci, a suggello di un dialogo intenso e profondo che ha saputo generare nuova bellezza. Ma quel che colpisce ancora di più è lo sguardo: colui che sa abbracciare il passato è anche colui che sa guardare oltre. Ed è proprio l’Oltre, che tutto sostiene e a tutto dà significato, l’orizzonte ultimo di un cercatore di bellezza come Ulisse Sartini.